mercoledì 28 dicembre 2011

LibroForum - La Fattoria degli Animali - George Orwell






RIASSUNTO:
Era una delle notti in cui il signor Jones se ne andava a letto ubriaco; una notte in cui gli animali della fattoria erano liberi di parlare a loro piacimento della loro drammatica condizione. Un anziano maiale, il Vecchio Maggiore, chiamò a raccolta gli animali della “Fattoria Padronale ”. Nel discorso di quella notte esortò tutti gli animali della fattoria a ribellarsi e a sottrarsi al giogo umano non appena se ne fosse presentata l’occasione; insegnò loro una canzone intitolata “Animali d’Inghilterra” che divenne l’inno degli animali della “Fattoria Padronale”. Tre giorni più tardi il Vecchio Maggiore morì ma le parole da lui pronunciate rimasero impresse nella memoria di tutti gli animali che le avevano ascoltate.


Nelle settimane seguenti i maiali, gli animali più intelligenti, sotto la guida di Napoleon e Palla di Neve, iniziarono ad organizzarsi e a preparare l’attuazione della rivoluzione profetizzata dal Vecchio maggiore. Il gran giorno, seppure all’imprevisto, non tardò ad arrivare.
Durante tutta la giornata il signor Jones e i suoi uomini non avevano fatto altro che ubriacarsi dimenticandosi di dar da mangiare agli animali i quali, inferociti per il lungo digiuno, si ribellarono e li cacciarono dalla fattoria. Il giorno seguente Palla di Neve scrisse su un muro della fattoria sette comandamenti che tutti gli animali avrebbero dovuto rispettare:
Tutto ciò che va su due gambe è nemico; tutto ciò che va su quattro gambe o ha ali è amico; nessun animale vestirà abiti; nessun animale dormirà in un letto; nessun animale berrà alcolici; nessun animale ucciderà un latro animale; tutti gli animali sono uguali.
Nelle settimane seguenti gli animali portarono avanti il lavoro nei campi; la fattoria divenne più efficiente di quanto non lo fosse mai stata. Il signor Jones, ubriaco da mattina a sera e deriso da tutti, meditava vendetta. La fattoria, ora ribattezzata “Fattoria degli animali”, prosperava e gli animali si moltiplicavano. Le cagne partorirono dando alla luce nove cuccioli che, una volta svezzati dalle madri, vennero presi sotto la personale tutela di Napoleon. Un giorno accadde ciò che gli animali da tempo temevano: il signor Jones tornò alla fattoria armato e accompagnato da altri uomini. Colti tutt’altro che impreparati, gli animali attaccarono tutti assieme e respinsero il tentativo di invasione.
Napoleon propose allora di procurare delle armi per la difendere la fattoria da altri eventuali attacchi mentre Palla di Neve sostenne che bisognava far scoppiare al più presto la rivoluzione anche nelle fattorie vicine per fare in modo che l’uomo non fosse più un pericolo per nessuno. Nelle assemblee che si tenevano nel granaio per prendere decisioni relative alla conduzione della fattoria, Napoleon e Palla i Neve erano sempre in forte contrasto su ogni cosa su cui si potesse discutere.
La disputa più dura fu quella per la costruzione di un mulino a vento, proposta da Palla di Neve, che avrebbe dato alla fattoria energia elettrica. Napoleon riteneva inutile questo lavoro e, quando la votazione gli diede torto emise un alto grido. Nove cani dall’aspetto feroce irruppero nel granaio e attaccarono Palla di Neve. Il rivale di Napoleon fuggì, evitando di cadere vittima della muta inferocita, ma non fu mai più rivisto.
Grazie all’aiuto dei cani da lui addestrati Napoleon instaurò nella fattoria un regime totalitario da cui i maiali traevano beneficio. Con l’ausilio di un altro maiale, Clarinetto, faceva credere agli animali tutto ciò che voleva e, senza che essi se ne accorgessero modificò alcune parti dei sette comandamenti. I maiali iniziarono a comportarsi come gli uomini e a tenere per sé tutti gli utili della fattoria. Gli altri animali si trovarono in condizioni peggiori di quelle in cui erano prima della rivoluzione; ma la cosa che più di tutto turbò il loro animo fu il vedere i maiali camminare su due zampe, proprio come gli uomini.

ANALISI DEI PERSONAGGI:
GLI UOMINI, dal punto di vista degli animali rappresentano gli oppressori, i nemici, da cui liberarsi.
I MAIALI sono definiti gli animali più intelligenti. Essi sin dall’inizio prendono il comando della fattoria poi, gradualmente, instaurano la dittatura e riportano gli altri animali ad un tenore di vita peggiore di quello in cui si trovavano prima della rivoluzione.
I CANI, spietati e feroci prestano fedele servizio ai maiali, affogando nel sangue ogni minima opposizione.
I CAVALLI e L’ASINO svolgono i lavori pesanti che nessun altro animale è in grado di fare.
LE PECORE, chiassose e stupide, non fanno altro che impedire ogni dibattito con i maiali a proposito delle loro decisioni.
GLI ANIMALI DA CORTILE, non svolgono nessun ruolo di rilievo nel racconto.

AMBIENTE:
Il racconto è ambientato nella prima metà del Novecento a Willingdon, una piccola cittadina, in un area geografica non ben definita. Quest’area potrebbe essere l’Inghilterra ma potrebbe anche essere un qualsiasi altro stato.

COMMENTO PERSONALE:
Il libro di Orwell, descrivendo metaforicamente la rivoluzione russa del 1917, fornisce una critica ante litteram della contraddizione di fondo a cui andò incontro il comunismo una volta applicato. Molti dei personaggi della storia rappresentano i personaggi della rivoluzione russa o membri storici del comunismo. Il Vecchio Maggiore, sorta di venerando vate della rivoluzione, morto prima della sua attuazione, rappresenta Karl Marx, ideatore della rivoluzione proletaria morto (per fortuna) prima di vederla applicata.
La canzone che questi insegna agli altri animali inneggia alla Prima internazionale inglese del 1864, in cui le idee di Marx trionfarono segnando il punto di partenza per la diffusione della dottrina comunista in Europa.
Per scelte narrative viene a mancare un personaggio che rappresenti Lenin, bensì Orwell lo rende facendo agire all’unisono i due personaggi che rappresenteranno gli eredi di Lenin, cioè Stalin (Napoleon) e Trozkij (Palla di Neve); la morte di Lenin verrà resa della nascita del dissidio tra i due maiali. Napoleon-Stalin eliminerà Trozkij pur di affermare il suo dominio, la sua visione del comunismo, iniziando così a contraddire e manipolare quei comandamenti, quella dichiarazione di uguaglianza che ha rappresentato l’imput della rivolta. Dei comandamenti che non erano però perfetti in partenza, in quanto già predicavano la violenza e la repressione(Tutto ciò che ha due gambe è nemico), ma che permette all’autore di rendere meglio il finale tragico di questo esperimento politico. I maiali che camminano su due gambe rappresentano l’esito del comunismo: quelli che erano partiti come liberatori erano diventati i nuovi oppressori.
Un libro denso di significati, ma molto noioso.

Relazione di Semperboni Giacomo

FONTE: www.atuttascuola.it


ALTRA RECENSIONE:
La fattoria degli animali (titolo originale: Animal Farm) è un breve ma denso romanzo dello scrittore e giornalista inglese George Orwell, che costituisce una lucida e satirica denuncia alla parabola della rivoluzione marxista nell'Unione Sovietica.
Per comprendere appieno in quale contesto l'opera sia stata scritta (Orwell vi lavorò tra il Novembre del 1943 e il Febbraio del '44) è utile leggere anche un altro scritto dell'autore La libertà di stampa, che funge da premessa al romanzo.

La fattoria degli animali narra le vicende che portano gli animali della fattoria padronale del signor Jones a ribellarsi contro di lui e a stabilire una nuova forma di potere sulla fattoria che prendono a gestire, ispirandosi ai principi dell'Animalismo. Ben presto, però, colpo dopo colpo, la dottrina che stava alla base di questa Rivoluzione viene smantellata, e i maiali (gli animali che assumono l'onere della guida della comunità) finiscono col divenire peggio degli uomini nello sfruttare gli altri animali.

Questo romanzo satirico può esser considerato una sorta di favola moderna, con il pregio di una leggibilità invidiabile, di un allegorismo semplice da capire, mai troppo astruso e complicato. Le dimensioni ridotte permettono di leggere l'opera tutto d'un fiato, cosa che io consiglio, ove possibile, di fare.

La leggiadria di alcune descrizioni di Orwell, insieme alla loro disarmante semplicità sanno ben mescersi al grottesco di alcune scene, come quella da incubo della sfilata dei maiali su due piedi, una delle mie preferite. La voce narrante, dimessa e disillusa, ma capace di far governare le proprie frasi da un'ironia velata ma coinvolgente, è davvero notevole.

Del resto notevoli sono anche la capacità e la freddezza con le quali l'autore analizza l'involuzione della situazione sovietica e, ai margini, l'atteggiamento ambivalente delle potenze democratiche, nel libro rappresentate dalle fattorie confinanti con quella degli animali. In definitiva, ne consiglio a tutti la lettura.

FONTE: carminedecicco.myblog.it

FONTE FOTO: www.libreriauniversitaria.it

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