mercoledì 28 aprile 2010

Pensioni, De Lucia: l'ottimismo del Presidente dell'Inps, Mastrapasqua è del tutto fuori luogo


Roma, 27 aprile 2010

• Dichiarazione di Michele De Lucia, Tesoriere di Radicali italiani

Le dichiarazioni e i toni trionfalistici ascoltati oggi in occasione della presentazione del rapporto annuale dell’Inps sono del tutto fuori luogo.

Nelle parole del presidente Mastrapasqua, governo al seguito (e viceversa), non c’è una sola parola sul dramma delle generazioni più giovani, che non vedranno mai la pensione o ne percepiranno una da fame, mentre con i loro contributi pagano quelle dei genitori e dei nonni (la Gestione separata è la gallina dalle uova d’oro dell’Inps, forziere di un sistema iniquo che mette le generazioni l’una contro l’altra); non una parola sulla mancata riforma del welfare, dove si è invece rafforzato il ruolo della Cassa integrazione, più che mai “governata” secondo criteri di emergenza e di assoluta discrezionalità; non una parola sul fatto che con pensioni minime da 516 euro non si può sopravvivere.



Sarebbe il caso che il presidente dell’Inps e i vari Letta (Gianni) e Sacconi rispondessero a qualche domanda: leggendo bene i dati contenuti nel rapporto, non viene loro il dubbio che la grave crisi internazionale in corso abbia qualche effetto sul sistema pensionistico, e che questo effetto sia tutt’altro che positivo? Non sarebbe il caso di prevedere da subito l’adeguamento dell’età pensionabile alla speranza di vita previsto per il (ovvero, al solito, rinviato al) 2015? Come si pensa di reperire le risorse necessarie per gli ammortizzatori sociali, specie se la crisi dovesse continuare – come tutto ci indica – a lungo, se non si interviene sull’età pensionabile?

Dalle risposte a queste domande passa la differenza tra il governare i fatti e farsi governare dagli stessi, approfittando nel frattempo della spesa pubblica per avere il solito ritorno di tipo clientelare. Fino a quando ci sarà ancora qualcosa da spendere.

0 commenti:

Posta un commento

qualsiasi commento sarà giudicato e interpretato da me medesimo ma non censurato (salvo casi veramente estremi)