martedì 27 aprile 2010

L’Italia ha bisogno di una vera sinistra






Qualche giorno fa, dopo le prese di posizione di Gianfranco Fini, avevo discusso del bisogno urgente di una vera destra, liberale e democratica, di questa nazione. Oggi parliamo invece dell’immagine riflessa di quel bisogno, cioè dell’assoluta necessità di una vera sinistra con valori forti e decisi.

In Italia ormai tutti si sono buttati in un centro privo di valori e carico solo di demagogia e propaganda. Tra PD e PDL l’unica differenza è solo una consonante sul simbolo elettorale.

Ieri, data storica e molto importante per il nostro paese, soprattutto in tempi neri come questi, a “Che Tempo che fa” parlava un abile oratore. Un personaggio che riesce ancora ad ipnotizzare con la sua voglia di cambiamento, con la sua voglia di un mondo migliore. Ieri, ospite da Fazio, sedeva Nichi Vendola.



Qui sotto vi ripropongo tutto il suo intervento, che vi consiglio di ascoltare per intero per capire davvero di quanto bisogno ha la sinistra italiana di un leader come Vendola. Prima del video però vorrei estrapolare un pezzetto che per me è carichissimo di significato.

Fazio chiede a Vendola: “Dopo tutti questi anni, in cui ormai le scuse dovevano essere state fatte, siamo ancora lì a parlare di fascisti e antifascisti?”

Nichi Vendola risponde: “E’ stata uccisa la storia di un intreccio, uno sposalizio fortunato, quello fra la parola libertà e la parola lavoro. Il fascismo è la risposta delle classi dirigenti in Italia al fatto che il mondo del lavoro, i braccianti, i cafoni della mia terra e gli operai delle fabbriche del nord cominciavano a prendere confidenza con la parola libertà. L’avanzata del mondo del lavoro genera una risposta terroristica, quella dello squadrismo e poi del regime fascista. Io penso che se i costituenti hanno scolpito quell’articolo 1: “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”, non stavano disegnando una cartolina illustrata, stavano indicando nel rapporto libertà lavoro la nuova forma della qualità della nostra convivenza. La sinistra ha subito la più spettacolare operazione culturale messa in campo dal berlusconismo. Cioè quella del divorzio fra la parola libertà e la parola lavoro. Il lavoro è stato progressivamente marginalizzato. Ha perso valore. Con la precarizzazione del mercato del lavoro ormai non c’è più un mondo del lavoro. Ognuno cerca con ansia e inquietudine l’orizzonte del proprio destino individuale. Non c’è più un destino corale, collettivo e quindi la libertà può essere solo quell’esplosione pirotecnica di consumismo e di mercificazione che è un po’ il berlusconismo.”

Buona Visione



Parte 1:






Parte 2:





FONTE: Byte Liberi

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