giovedì 8 ottobre 2009
SENTENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE
La Corte Costituzionale si è pronunciata mercoledì 7 Ottobre in relazione al Lodo Alfano con una sentenza di incostituzionalità. Il nostro buon Premier Berlusconi l’ha definita sentenza politica e ha accusato anche la Consulta di comunismo… ormai tutti coloro che non si prostrano ai suoi piedi sono comunisti, non c’è niente da fare….
Ci sarebbe piuttosto da chiedersi se non siano fascisti i 6 giudici che hanno votato per la costituzionalità della legge, visto che questa entra palesemente in contraddizione con l’Articolo 3 della Costituzione, che cita testualmente:
“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”
Questo non sta a significare che non sia possibile creare una qualche immunità temporanea per alcune particolari cariche dello stato… ma che, per farlo, sarebbe necessario apportare una parziale modifica alla carta costituzionale. Questo quanto previsto dall’Articolo 138 della Costituzione:
“Le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali sono adottate da ciascuna Camera con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi, e sono approvate a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione [cfr. art. 72 c.4].
Le leggi stesse sono sottoposte a referendum popolare [cfr. art. 87 c.6] quando, entro tre mesi dalla loro pubblicazione, ne facciano domanda un quinto dei membri di una Camera o cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali. La legge sottoposta a referendum non è promulgata [cfr. artt. 73 c.1, 87 c.5 ], se non è approvata dalla maggioranza dei voti validi.
Non si fa luogo a referendum se la legge è stata approvata nella seconda votazione da ciascuna delle Camere a maggioranza di due terzi dei suoi componenti.”
In sostanza, se il governo avesse approvato il Lodo Alfano sia alla Camera dei Deputati che al Senato della Repubblica, se avesse riproposto la medesima legge alle due Camere a distanza di 3 mesi e successivamente indetto un Referendum durante l‘ultima tornata referendaria, la Consulta lo avrebbe approvato senza proferire parola.
La realtà è che i tempi tecnici del processo Mills erano molto più brevi e non era possibile seguire la procedura prevista dalla nostra Costituzione… se il governo l’avesse fatto Berlusconi sarebbe già stato condannato. Con questo trucco il Premier può passare nuovamente da martire, perché preso di mira dalle toghe rosse, potrà portare il suo processo in prescrizione salvandosi con l’ennesimo escamotage e, nonostante una sentenza di colpevolezza certa, mostrarsi in tv il giorno dopo l’assoluzione per decorrenza dei termini di prescrizione, a mentire agli italiani dichiarando di essere stato assolto con formula piena…
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