martedì 31 agosto 2010

L'incubo di Fiumicello


Premessa: Il titolo doveva essere "camminata verso il Passo della Braccina - Colla Pian di Mezzano - Monte Ritoio con ritorno a Fiumicello" ma dopo quel che ci è successo ho dovuto trovarne uno più adatto.

Era una tranquilla e soleggiata giornata di agosto mentre io e il solito Pez partiamo verso Premilcuore con destinazione Fiumicello. Questa volta l'itinerario lo avevo deciso io e sia chiaro fin da subito che è stata l'ultima volta.
Arrivati a Fiumicello era già abbondantemente l'una quindi abbiam tirato fuori le nostre piade intrise d'olio e ci siam messi a mangiare ai bordi del fiume di Fiumicello. Finito di ungerci partiamo verso il Passo della Braccina. Il caldo si fa sentire subito ma questa volta eravamo pieni d'acqua, si sà, l'esperienza insegna. Dopo qualche oretta di cammino ci rendiamo subito conto che il paesaggio non offre visuali idilliache ma cerco di fotografare comunque le cose più interessanti come per esempio dei funghi giganti. Uno dei punti più interessanti è sicuramente poco prima della Braccino dove si possono vedere dei castagni secolari immensi che circondano una casina demolita, credo fosse cà di sopra. Al passo della Braccina facciamo una piccola pausa per ammirare il paesaggio, in quel momento eravamo sui 1000 metri circa di altitudine. Poi in marcia verso il Monte Ritoio che sarà la vetta più alta di questa camminata e cioè oltre i 1200 metri. E fino a questo punto a parte la fatica e il caldo tutto era tranquillo.



Il problema nasce nel momento in cui perdiamo il sentiero. Non avendo visto i segnali malmessi del CAI, ci ritroviamo a vagare per un sentiero non segnato che porta ad un pascolo di mucche dove da li partono altri sentieri che non portano a nulla di concreto. Vaghiamo per un'ora e mezza buona provando diversi sentieri per ritrovare quello giusto ma non c'è niente da fare. La sera sta calando e la paura del problema che potrebbe causare il buio inizia a farsi sentire, il sentiero non si riesce a trovare quindi decidiamo di telefonare alla guardia Forestale. Qui bisogna aprire una parentesi per la Forestale. Abbiamo constatato che almeno il corpo della Forestale funziona a dovere, quando li chiami si mettono in moto subito. Ma per fortuna quasi subito dopo la telefonata abbiamo ritrovato il sentiero giusto. Ormai stanchi ci rimettiamo in marcia nella discesa che ci riporta a Fiumicello. Nel frattempo chiamiamo che non abbiamo più bisogno dei soccorsi e loro ci richiamano più volte per esserne sicuri.
Torniamo a Fiumicello stremati alle 8 di sera con ormai pochissima luce solare con un pensiero nella mia testa "mai più a Fiumicello".
Il sentiero è lungo e faticoso, ci sono 600 metri di dislivello e una distanza ad anello di 12 Km (che noi abbiamo fatto diventare 18 come minimo perdendoci), di meraviglie da vedere ce ne sono ben poche e tante cacche di mucca che richiamano una infinità di specie di insetti volanti.
Il mio consiglio è "non fatelo mai!!!!"
Ma per chi volesse provare l'avventura il sentiero parte da Fiumicello ( CAI 301 ) si arriva alla Braccina e si tiene il 301, poi arrivati a Colla Pian di Mezzano si devia nel sentiero CAI 307. Bisogna fare molta attenzione ai segnali CAI, ad un certo punto ci sarà un cancello spinato dove si scorgerà lontano il segnale CAI nella corteccia di un albero sopra una vallata, bisogna raggiungere quell'albero e da li guardare bene che direzione prendere (è li che ci siamo persi).
Alla prossima.....























4 commenti:

  1. Stupende le foto! Stupende! Pez

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  2. Comunque bellissime foto!

    Un suggerimento, magari portarsi un GPS portatile giusto per i casi di emergenza! E' un po come barare, ma talvolta può anche salvarti la giornata. Ti presto volentieri il mio quando ti serve.

    Paolo

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  3. Sinceramente non so come si usa, comunque abbiamo la cartina con disegnati tutti i sentieri.
    Il problema è quando non vedi più i segnali rossi e bianchi, non so fino a che punto ti possa aiutare il gps se ti trovi davanti una salita senza un sentiero da seguire con le erbacce selvatiche alte come te.

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  4. Non ho ancora avuto modo di esplorare in lungo ed in largo l'appennino, della decina di escursioni che ho fatto questo percorso rimane senza dubbio il mio preferito.
    Concordo nel fatto che sia impegnativo sia a livello fisico che nel trovare la corretta direzione, ma il paesaggio lungo il costone del Ritoio merita lo sforzo.

    Cmq un sentiero da affrontare partendo la mattina presto e con abbondante scorta d'acqua.

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qualsiasi commento sarà giudicato e interpretato da me medesimo ma non censurato (salvo casi veramente estremi)