sabato 26 settembre 2009

Sidewiki: parlano di te, che tu lo voglia o no





Interpretazione positiva: uno strumento di partecipazione e di informazione aggiuntiva fornita dagli altri che condividono con te la stessa lettura/utillizzazione del sito. Interpretazione negativa: se tu gestore del sito non vuoi i commenti, te li becchi lo stesso. Insomma: è sidewiki. Una nuova funzionalità messa a disposizione all’interno della Google toolbar che milioni di persone usano all’interno del proprio browser. In pratica: io visito il sito X che non mi dà la possibilità di commentare o non mi piace il suo sistema di commenti. In questo caso posso usare sidewiki, apro il servizio dal browser, inserisco il mio commento, e questo mio testo si unisce a tutti gli altri che hanno commentato su quello stesso argomento, nella forma di una colonna di pareri. Non si unisce sul sito interessato, ma solo sul browser dell’utente.

Possibili situazioni di fantasia che ne potrebbero risultare: un articolo di giornale contestato in diretta, il sito della presidenza del consiglio affiancato da commenti che fanno al presidente tutte le domande che lui non vorrebbe. Ma, in positivo, un articolo di giornale potrebbe essere arricchito da informazioni inserite dalla gente o dai suoi stessi redattori. E i sostenitori di un politico criticato potrebbero pubblicare il video che prova che no, quella sera il leader era proprio a quella cerimonia inaugurale e non altrove. E per tutti quelli che invocano il diritto di rettifica, voilà, la rettifica affiancata al testo “diffamatorio”, proprio là, servita con la stessa evidenza. Insomma è la vita parallela della notizia.

Dite che potreste ribellarvi, intesi “voi” come titolari del sito? No, non potete, perché sidewiki è basato su un server che non vi riguarda e non si aggiunge fisicamente al vostro sito, ma è un servizio che si realizza solo davanti agli occhi dell’utilizzatore. E’ il web, bellezza, e tu non puoi farci proprio nulla.

Poi Google, nel bene e nel male, rifiuta l’aggettivo “disgregante”. Ma è ciò che fa, ogni giorno. Personalmente è una funzione che trovo non del tutto negativa…


FONTE: Scene Digitali

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