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Già mi figuro qualcuno di voi alla canna del gas… Se permettete aggiungo qualche parola alla mia lettera a Paolo Barnard il quale ringrazio per l’attenzione prestatami come ringrazio tutti coloro che hanno avuto la pazienza di leggersi tutto il malloppone concedendomi una parte non indifferente del loro tempo. Suvvia , se vi siete presi la briga di leggere l’intera “lettera” vuol dire che qualche molla dei vostro intimi meccanismi è scattata… Lo so , essere “torrenziale” è una mia carenza a cui devo porre qualche rimedio. Non essendo un blogger non sono molto avvezzo allo strumento telematico che , lo capisco , richiederebbe maggior capacità di sintesi. Cercherò di essere il più conciso possibile…
Come si può evincere ad un’attenta lettura della mia lettera il mio intento non era quello di porre forti obiezioni a Barnard quanto piuttosto di ridimensionare un pochino delle pretese assai gravose per un impegno politico incisivo e di smorzare un po’ i toni della polemica con i paladini dell’Antisistema che io preferisco chiamare operatori dell’”industria dell’indignazione”. Le nostre posizioni non sono però mica poi tanto distanti e , nell’essenza del discorso , convergono chiaramente. Quello che registro , invece , è una , come dire , diffusa codina di paglia quando si discute su Grillo , Travaglio , Santoro , ecc… , come se non potessero essere , loro stessi , oggetto di discussione e di confronto. Insomma , dobbiamo solo ringraziarli e , se qualcuno fra noi , a torto o a ragione e secondo il suo punto di vista , avanza delle perplessità converrebbe stesse zitto.
Non pare a me una premessa di civiltà… Tranquilli ! Non è mia intenzione tacitare nessuno – figuriamoci io che annodo il bavaglio a Grillo & c. , ma quando mai ! – i suddetti hanno il loro pubblico e continueranno ad averlo. Piuttosto i pericoli di maglie censorie possono levarsi altrove e non dalle lingue e dalle penne critiche dei Barnard o anche degli HS. Se permettete , allora , procedo ad illustrare qualche problemino posto dagli operatori dell’”industria dell’indignazione” poi , prometto , non ci tornerò più sopra.
1) Il cortocircuito politica – informazione – spettacolo : si tratta della ben nota confusione di cui ho già ampiamente trattato consistente nel miscelare e frullare insieme politica , informazione e spettacolo. Commistione in cui quest’ultimo la fa da padrone. Intendiamoci , l’”industria dell’indignazione” , in questo senso , non è che una parte e nemmeno la più rilevante – anzi ! – del carrozzone dello spettacolo. E’ solo una fetta , una porzione di questa industria a cui corrisponde una parte circoscritta di mercato , di pubblico. Che gli elementi spettacolari siano parte integrante dell’”industria dell’indignazione” dovrebbe essere sotto gli occhi di tutti : Grillo ammanta comizi dal sapore sempre più squisitamente politici di battute e frecciate satiriche , Travaglio fa sempre più ricorso ad un’ironia da showman e legge i suoi libri nei teatri , Santoro ricorre a un siparietto come quello del vignettista Vauro per chiudere il suo talk show , ecc… Si potrebbe continuare… Il problema , a mio avviso del ricorso sempre più massiccio di espedienti spettacolari - ricorso che denota quanto poco siamo cittadini e molto spettatori – consiste nel fatto che possiede effetti sminuenti e porta a “svalutare” il discorso politico , ma anche il contenuto dell’informazione , se vogliamo… Se c’è una cosa che la storia ci insegna – perché lei è ottima maestra ma non ha buoni allieva a cui impartire le sue lezioni – è la dimensione drammatica della politica che , innanzitutto , è sangue , sudore e lacrime. L’onnipresenza dello spettacolo , dell’intrattenimento e del divertimento – che ah qualcosa di molto “americaneggiante” – altera e banalizza la politica e suoi contorni come sempre più spesso accade con la comicità. Un vecchio slogan recitava : “una risata vi seppellirà”… Sbagliato ! Quella risata ci seppellirà.
2) I contorni dell’informazione : se non è cronaca scarna e cruda , ridotta all’osso , l’informazione , qualsiasi informazione non può essere neutra. Rassegniamoci : l’informazione “obiettiva” non esiste. Può essere onesta e corretta , ma viene quasi sempre filtrata nei due sensi : quello del punto di vista del dispensatore e quello del fruitore. Ciò vale anche per gli operatori dell’”industria dell’indignazione” e i loro prodotti. Vediamo perché… Come le parole , le frasi e i periodi hanno un significato anche le immagini riprese dalle camere trasmettono messaggi a seconda delle tecniche utilizzate. Prendiamo una parola divenuta luogo e senso comune come Casta , lanciata dal duo giornalistico Stella e Rizzo con il loro libro di grande successo. La parola Casta – con la C maiuscola ! – viene ampiamente utilizzata per indicare la categoria dei politici come un tempo era d’uso comune il termine “partitocrazia” cui , peraltro - e ci sarebbe stato da ridere se non ci fossero tante , invece , sufficienti ragioni per piangere - ricorrevano insistentemente gli stessi politici di partito. Ebbene il termine Casta , che rimanda ad una realtà chiusa ed impenetrabile , è , ad un’attenta analisi , fuorviante e tendenzioso. Perché ? Semplicemente perché la realtà politica italiana non è questa : i politici , dalle stanza parlamentari a quelle di “bassa”amministrazione” , si trascinano dietro e sistemano una folta schiera di familiari , amici , conoscenti , collaboratori , ecc… Per godere dei favori di un politico non è mica obbligatorio il vincolo di sangue o l’amicizia stretta e chi è spregiudicato e furbo abbastanza , ossequioso nei confronti del “capo” , può farcela ed entrare nelle sue grazie. E’ ovvio che in un sistema del genere merito e onestà contino veramente poco e , tuttavia , non di Casta stiamo parlando. Di cosca , piuttosto , dove si può entrare per cooptazione e si possono fare passi avanti grazie ai vincoli di obbedienza. Avete idea della schiera di gente che ogni politico si trascina dietro ? Non dovrebbe stupire che il debito pubblico rimanga il nostro fardello… Usare l’epiteto reso celebre da Stella e Rizzo , invece , significa ritenere che noi siamo nelle mani degli “alieni” , di estranei che ci soggiogano e , in questo modo , e qui Barnard ha pienamente ragione , ci autoassolviamo. Converrebbe , per una maggiore obiettività , riconoscere che i gli stessi politici vengono partoriti da questa società. Nell’altro senso bisogna ammettere che l’informazione viene vista , letta , interpretata e filtrata con gli occhi e la mente del fruitore oltre che del dispensatore e , quindi , non è necessariamente vero che , venendo a conoscenza di un fatto , poi agiamo di conseguenza in una direzione precisa. Non si può giustificare l’inazione politica con l’ignoranza delle persone. Al contrario , più di ieri e anche grazie ai nuovi mass media multimediali , noi siamo bombardati di notizia , ma , al contempo , rimaniamo vulnerabili , quasi sguarniti degli strumenti culturali per interpretare i fatti nella maniera più adeguata possibile e che sia il più aderente possibile alla realtà. Anche quando su una determinata realtà c’è stata un’informazione quanto più esauriente ed esaustiva possibile intervengono gli occhiali della nostra mente. Lasciando da parte la censura che vige nello stato israeliano , quello che è successo con l’operazione “Piombo fuso” era sotto gli occhi dei media occidentali e , tuttavia , pur essendo pienamente consapevoli delle crudeltà compiute con quei massicci bombardamenti , molti ritengono e continueranno a ritenere che questo sia il prezzo da pagare se Israele vuole difendersi dai terroristi di Hamas. Allo stesso modo , anche se non lo affermano apertamente , molti pensano che la corruzione , il malgoverno e altre nefandezze prodotte dalla politica italiana siano e saranno il prezzo da pagare se si vuole reggere un paese come il nostro. Queste persone sono a conoscenza dei fatti che riguardano la politica italiana e , e per quanti libri , quanti cataloghi di cattiva politica italiana possa scrivere Travaglio , non muteranno mai opinione.
3) La ripetizione e la reiterazione : c’è qualcosa di ripetitivo e di insistente negli operatori dell’”industria dell’indignazione” , qualcosa di ostentato per compiacere il pubblico. E’ un meccanismo ben noto. Se Grillo si è dato alla politica radunando masse più o meno telematiche a colpi di vaffanculo , mettendo in piedi , più che discorsi politici , assolutamente secondari , momenti di autentica catarsi e di sfogo , gran parte della scorsa serie di “Anno Zero” di Michele Santoro è stata dedicata a bersagliare l’ex Ministro della Giustizia Mastella a colpi di “freccette” , ma su questo torneremo. Vorrei , invece , soffermarmi un po’ di più su Marco Travaglio. Bisogna pure ammetterlo , è bravo ed informato e , probabilmente , merita il successo che gli è tributato. Devo confessarlo : anch’io leggevo Travaglio , ma dopo il terzo libro ho capito che era inutile cimentarsi in quelle letture. Il nostro Marco , con l’apporto ora di Gomez ora di Barbacetto , sforna volumi in quantità veramente industriale , ma , alla fine di tutte le fiere , scrive sempre lo stesso libro che così mette in guardia : “I politici italiani , tranne Di Pietro e altri tre o quattro , sono tutti degli autentici zozzoni , dei pregiudicati”. Il che non discuto , sono quasi sicuro che ha ragione , ma che senso ha rileggersi all’infinito quel che già si è introiettato ? I casi , a mio modo di vedere , sono tre : o si interrompe la lettura , ringraziando nell’intimo l’autore , ma rimboccandosi le maniche per fare qualcosa o , saturi delle letture travagline o travagliate , ci si colma di una tale nausea per la politica e per i politici da rinchiudersi totalmente e maturare un’opinione talmente “antipolitica” da maledire Travaglio stesso o , al contrario , si continua a leggerlo perché nella sua bibliografia si ritrova la conferma di quel che il lettore aveva acquisito da tempo. In quest’ultimo caso il lettore vuole semplicemente essere confortato nelle sue opinioni maturate con le precedenti letture con le nuove che , sostanzialmente , ripetono quelle precedenti dal punto di vista dei contenuti. Non si vuole sapere più di quanto già non si sappia se non il rosario delle novità sulle malefatte dei politici già noti. Se si riflette solo un poco si comprende come anche questo sia un mercato che frutta notevoli introiti. Travaglio piace , ha successo e ha un suo vasto pubblico. Scrive ciò che viene richiesto da l suo fruitore , ma non crea nulla di diverso e nelle sue opere non aggiunge fondamentalmente niente. Cataloghi di nefandezze politiche da consumare in fretta… Diverso da Travaglio è il caso del giovane scrittore Saviano che ha il merito di aver ideato e realizzato un bel libro , agile e ben scritto , metà guado fra il saggio ed il romanzo , puntando i riflettori su una realtà a lungo trascurata dall’informazione e , in qualche modo , facilitando l’azione degli inquirenti contro la camorra dei Casalesi. Finora sembra che Saviano non abbia ceduto alle lusinghe della ripetizione e della reiterazione che , come sappiamo , è molto fruttifera. L’unica curiosità che può balenare in noi riguarda la Mondadori , la casa editrice berlusconiana che ha pubblicato “Gomorra”. Come può riuscire un giovane scrittore come Saviano , per quanto già collaudato , farsi pubblicare da una delle poche grandi case editrici italiane , anzi la più grande ? A parte le considerazioni di carattere estetico e , naturalmente , economico certamente presenti , credo che alla berlusconiana Mondadori non dispiacesse portare a galla la realtà delinquenziale di una Regione amministrata dal centrosinistra. E’ lo scotto che si paga in questo paese pure quando di crea qualcosa di valido e perfino utile : l’azione di qualche “cosca” , qualche banda che si mobilita per convenienza. Questa , però , è solo una mia considerazione… L’importanza dell’opera resta e Saviano continua a mostrare il volto più nobile dell’”industria dell’indignazione”.
4) La politica degli operatori dell’”industria dell’indignazione” :so benissimo che Grillo è un comico , Travaglio un giornalista e Santoro un presentatore di talk show e che la loro funzione è soprattutto quella di fare informazione o spettacolo o le due cose insieme , ma questo non significa che siano estranei alla politica. Piaccia o non piaccia , ciascuno di noi fa politica quotidianamente con le sue parole , i suoi gesti e i suoi comportamenti , figuriamoci Grillo o Santoro ! Un esempio lampante è il tentativo di promuovere le liste civiche con la sponsorizzazione grillina che verrebbero messe in competizione elettorale con gli altri partiti politici. Lo stesso Grillo è una figura di confine , dai contorni un po’ ambigui , se vogliamo , e che usa immerge ormai la comicità in quelli che sono spettacolari comizi “politici”. E’un paradosso dovuto ai sempre più labili confini fra politica , informazione e spettacolo , ma non per questo è necessariamente confusionario un discorso improntato a rilevare e registrare questa confusione settoriale. La politica non è , non può essere di sola pertinenza e responsabilità dei politici e , comunque , un giornalista o un uomo di spettacolo non può chiamarsi fuori da essa. Misurando il livello di responsabilità e , comunque , rispetto all’opinione pubblica , avrà pure una qualche incidenza ? O no ? Non dovrebbe essere poi un mistero che buone parte degli operatori dell’”industria dell’indignazione” sia schierata e si prodighi per una precisa parte politica , quella dell’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro. Grillo , Travaglio , Santoro & c. capitalizzano la perdita di consenso del PD , la delusione di chi sé affidato a Veltroni per convogliare i possibili voti – che qui intendiamo virtuali – verso la compagine dipietrista che offre l’immagine di un antiberlusconismo radicale senza compromessi con l’avversario . Si pensi alla campagna contro Mastella , sulla cui persona è meglio tacere , ad “Anno Zero” che presta il fianco al sospetto che Di Pietro , ex giudice , si sia molto risentito per non aver ottenuto una poltrona , quella del Ministro Guardasigilli , che riteneva gli spettasse di diritto. Si pensi alle stesse liste civiche… Allo stato attuale il gioco regge bene grazie alla vaghezza politica offerta dal veltronismo. Ma è un male che codesti personaggi prendano posizione ? Assolutamente no , fanno bene , anzi benissimo… La “neutralità” , anche quando esibita , è falsa , sostanzialmente ipocrita. Santoro non può certo essere paragonato a un Vespa con il suo salottino in cui , alla fin fine , tutti vanno d’accordo. Il problema , invece , a mio modo di vedere riguarda proprio la parte politica che appoggiano. Vi prego di non fraintendermi : io comprendo chi oggi guarda a Di Pietro come a quanto di meglio possa offrire il panorama politico italiano e anch’io ci ho fatto un pensierino , ma i motivi di perplessità permangono… Certo , come è molto meglio leggersi Travaglio che guardare certi disgustosi spettacoli televisivi , così è preferibile cento volte un Di Pietro ad un Berlusconi e alla sua compagnia , almeno per chi ha a cuore le sorti della democrazia , ma il mio invito a coloro che decidono e decideranno di affidarsi a Di Pietro è di non accontentarsi mai. Di incalzare e sottoporre a critica così come è successo , succede e succederà per la compagine pieddina. Oggi è abbastanza facile scommettere sull’antiberlusconismo radicale e sull’idiosincrasia verso i partiti e può costituire una sorta di rendita politica così si pensava di costituire un’assicurazione sulla vita politica del PD attraverso la fattiva collaborazione con il governo berlusconiano attraverso il cosiddetto “governo ombra”. A me pare che il richiamo dipietrista alla “legalità” disegni un orizzonte politico troppo ristretto , insufficiente. Nessuno che abbia vissuto quella stagione , si rammenta di Mani Pulite ? Non è stata una vera rivoluzione giudiziaria , perché , più semplicemente , i giudici si sono limitati a fare quello per cui normalmente sono chiamati , in un contesto di estrema fragilità istituzionale e di discredito dei partiti. Anche allora l’evocazione alla “legalità” era costante e fra i nuovi partiti era emersa la Rete , capeggiata da Leoluca Orlando , già sindaco democristiano di Palermo ed oggi braccio destro di Di Pietro. In realtà , nel vuoto politico quasi assoluto e con la tempestiva “normalizzazione” , non potevano che emergere quelli che , certo , si erano presentati e sicuramente si imponevano come i “nuovi” attori sulla scena politica , ovverosia Berlusconi e la Lega. Lasciamo perdere l’amicizia di Berlusconi con uno dei più potenti politici della Prima Repubblica , Bettino Craxi così come le altre antiche amicizie. Il cavaliere era effettivamente il volto nuovo della politica italiana ! Il risultato : nulla è cambiato dal punto di vista morale e civile se non un surplus di arroganza , aggressività , intolleranza ed esibizionismo. La cruda verità è che i fatti non potevano che portare a quegli sviluppi e lo dice uno che allora avrebbe lanciato volentieri una monetina contro Craxi. Potenza della gioventù ! Lasciamo perdere quelli che potrebbero essere i vizietti da politico di Di Pietro , le magagne con il figlio che non reputo eccessivamente interessanti. Vorrei , invece , portare l’attenzione verso due elementi che Di Pietro ha in comune con Berlusconi. Innanzitutto l’essere un outsider della politica sfruttando , anche se non apertamente , questa posizione come ex giudice , eroe della stagione di Mani Pulite. Poi il carattere accentratore della sua personalità che rende l’Italia dei Valori una specie di partito “personalistico” come Forza Italia. Dal punto di vista della democrazia organizzativa non è un aspetto edificante. Come nel caso di Berlusconi , chi mostra un minimo segno di dissenso rispetto alla linea del lider maximo è fuori dal “partito” senza grandi riguardi. Se vi ricordate , nella sua non lunghissima storia , l’Italia dei Valori ha perso molti pezzi… Veltri , Occhetto , Franca Rame , ecc… E’ significativo notare come si tratti spesso di persone di sinistra o , comunque più vicine alla sinistra (De Gregorio è caso a sé ed è meglio tacere). Alcuni fra costoro hanno posto l’accento , nella critica , sul carattere un pochino autocratico di Di Pietro. Il nostro , poi , come tutti i politici fa i suoi calcoletti e li fa anche sulla pelle altrui dato che , centrodestra a parte , è stato l’unico ad opporsi alla costituzione di una Commissione di Indagine Parlamentare sui fatti del G8 di Genova. Dopo la sentenza della Diaz si è rimangiato opportunisticamente la parola… Non è che , da ex poliziotto , oltre che ex giudice , Di Pietro cerca di tenere saldi alcuni rapporti con gli antichi colleghi ? Quello che è successo circa otto anni fa dovrebbe ormai essere noto a tutti : pestaggi gratuiti , violenze e torture da parte delle forze dell’ordine , ecc… Eppure nessuno in Italia si è speso per concepire e porre in essere un disegno di legge contro la tortura… Non Berlusconi , il che si capisce facilmente , né Veltroni , ma neanche Di Pietro… Permettete di porre qualche domanda… Perché questa diffusa monomania sulla corruzione dei politici ? E gli abusi polizieschi ? E la sindrome sicuritaria ? La tolleranza zero ? Le politiche tenacemente anti immigrati ? Gli assalti ai campi rom ? Le aggressioni sempre più violente nei confronti degli extracomunitari , degli omosessuali , dei senzatetto , degli handicappati e di coloro che sono abbigliati in una certa maniera o che , presumibilmente , la pensano in un certo modo ? Perché tacere su certe tendenze politiche o su taluni istinti e pulsioni ? Perché , se non il silenzio , una bella dose di indifferenza ? E le ronde ? Sì , probabilmente è un’”innocua” concessione alla Lega , ma cosa vuol significare il coordinamento da parte di ex poliziotti od ex carabinieri ? Come vengono selezionati ? Quali sono le loro inclinazioni politiche ? Sono i prefetti ad occuparsi della loro supervisione , ma chi nomina i prefetti ? Il Ministro degli Interni che può anche revocare la nomina a discrezione del governo… Ma non sa un pochino di “squadrismo” in versione soft ed addomesticata ? E lo stillicidio quotidiano sulla Costituzione con il risultato di sgombrarne il campo per far posto ad un’altra reale e sostanziale ? Perchè tanti discorsi di ingegneria istituzionale , sul presidenzialismo e sul “premierato” forte quando già l’esecutivo è signore e padrone ? Lo ripeto… In Italia si è demolito l’impianto costituzionale passo dopo passo per volontà ed iniziativa dei soliti ambienti politici , finanziari ed economici nazionali ed internazionali pienamente operativi senza tirare in ballo nessun Grande Vecchio… E quando la figura di un Presidente della Repubblica dominerà incontrastata , con il legislativo e il potere giudiziario sotto i piedi , che accadrà ? Chi lo fermerà se sarà dispotico oppure inetto ? Si fa presto a occuparsi della governabilità mettendo da parte i diritti… Si tratta di interrogativi e problemi altrettanto urgenti rispetto all’eterna questione della “legalità” e della corruzione politica a cui spesso non si risponde affatto o in maniera evasiva. In merito Di Pietro e molti degli operatori dell’”industria dell’indignazione” fanno pochino… Possibile ci si debba crogiolare nell’antiberlusconismo di maniera , che poi è una comprensibile avversione viscerale al personaggio , nell’appello “legalitario” e nell’idiosincrasia costante verso i partiti ? C’è qualcosa di realmente costruttivo in tutto questo ?
E’ tutto… Spero di essere stato chiaro e ringrazio per la pazienza di chi ha letto queste righe.
HS
Fonte: www.comedonchisciotte.org
3.03.2009
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