Spesso, viaggiando all’estero, al cittadino italiano, viene da domandarsi perché la polizia, in certi paesi, appaia più rassicurante che in Italia.
Per comprenderne i motivi sarebbe necessario conoscere il percorso di formazione che deve compiere un ragazzo per entrare in determinati corpi dello stato e a quale ideologia deve “sottostare” per potervi far parte ed esservi accettato come membro, sarebbe oltremodo necessario valutare quale sistema di valori guidi le proposte di legge dello stato a cui le forze dell’ordine appartengono, perché sono poi questi a determinarne il comportamento.
L’atto che costituì il Regio Corpo dei Carabinieri nel Giugno del 1814 citava: “Si farà ogni giorno da due Carabinieri d’ogni Brigata a cavallo un giro di pattuglia sulle strade principali, quelle di traversa, sulle strade vicinali, nei comuni, casali, cascine ed altri luoghi del distretto di ciascuna Brigata. I Marescialli e i Brigadieri marceranno coi Carabinieri per suddetti giri di pattuglia, anche per compiti di servizio sia ordinario che straordinario… I Carabinieri arresteranno i malviventi di qualunque specie anche se semplicemente sospetti, colti in fragrante contro i quali la voce dei cittadini richiederà la loro azione.”
Naturalmente era il 1814… ma ora le cose hanno subito cambiate di entità rilevante? In parte sì. Polizia e Carabinieri si spostano in macchina per le strade delle città e non più a cavallo. Oppure si appostano per posti di blocco nei quali chiedono patente e libretto tenendo il mitra in mano (a volte puntato sul viso del conducente). Ovviamente il singolo poliziotto o carabiniere non prende certe decisioni di sua spontanea volontà, ma è indotto dal sistema, che si basa solo ed esclusivamente sulla repressione, ponendo ai margini gli interventi di prevenzione, in una logica aberrante che vede l’Italia, a partire dalla classe politica, passando per coloro che delle forze dell’ordine fanno parte, per giungere sino ai comuni cittadini, rispondere sempre con la medesima litania: è necessario inasprire le leggi, dare più soldi alle forze dell’ordine, pattugliare, controllare, reprimere, punire!
Per risolvere il problema della violenza negli stadi cosa abbiamo partorito? Pene più severe e più controlli!
Per risolvere il problema droga? Pene più severe e più controlli!
Ogni volta, per risolvere qualsiasi problema, si inaspriscono pene che erano state inasprite cinque anni prima, che a loro volta erano frutto dell’inasprimento di pene precedenti, a loro volta inasprite, il tutto, sempre, per risolvere lo stesso problema, senza che se ne sia mai ricavato il minimo miglioramento… qualsiasi pianta grassa avrebbe capito l’inutilità di tali atti tanto tempo fa….
E come intervengono gli altri stati? Politiche di riduzione del danno, prevenzione, pene alternative al carcere, ecc, ecc…
In Inghilterra, per fermare il fenomeno Hooligans hanno obbligato le squadre di calcio a costruire impianti che prevedessero solo posti a sedere e numerati, ad installare telecamere a circuito chiuso, hanno vietato le trasferte organizzate e senza inasprire le pene hanno risolto il problema; ma da noi si dice: la loro cultura è differente, i britannici sono più posati, pacati, rispettosi delle leggi… strano, visto che tutto ciò è stato elaborato dopo le tragedie di Sheffield: 100 persone morte schiacciate dalla folla che premeva per entrare, con mezza tribuna crollata; e di Bradford: 100 persone bruciate vive da tifosi avversari che hanno ben pensato di dar fuoco alla storica tribuna in legno dello stadio…
Da “Viaggio nelle professioni” di Ziglio, Telleri e Guidi: la Polizia Iralandese viene chiamata Garda Sochiana, che in gaelico significa Guardiani della Pace, è stata fondata nel 1922 ed è una Community Policing, non una Forza dell’Ordine. Esiste con il consenso della comunità e dei cittadini che pagano le tasse e hanno diritto ad avere il loro servizio. In Irlanda Polizia non significa controllo militare del territorio. Significa vivere tutti i giorni con la gente, non pattugliare con le auto. Il poliziotto gira a piedi tra la gente perché è sulla strada che la gente vive e lo fa disarmato. Solo in casi estremi può intervenire armato.
“Ma quando siamo costretti a farlo è, per noi, il più grande fallimento” (John Roche, direttore del Garda College).
Il Garda College è una vera e propria università per poliziotti. Per ottenere il diploma di laurea è necessario un percorso in 5 fasi, nelle quali si alternano teoria e tirocinio per un totale di 100 settimane (3 anni) che si conclude con una tesi a scelta su uno degli argomenti affrontati. Nelle fasi in aula gli aspiranti poliziotti seguono un corso teorico nel quale trattano materie che variano dagli studi legali, di polizia e tecnici, ma soprattutto studi sulle scienze sociali (psicologia, sociologia, criminologia, politiche sociali, conflitti familiari, stati di privazione, morti improvvise, suicidi, malattie mentali, dipendenze, conflitti politici e terrorismo) e studi sulla comunicazione (la conoscenza sociale, il rinforzo, l’ascolto, la gestione di una conversazione, il pregiudizio e la discriminazione, la soluzione dei problemi e il prendere decisioni).
L’aspirante poliziotto è poi sottoposto ad una fase di valutazione e, come accade in ogni scuola del pianeta, può essere respinto.
Per descrivere la fase di valutazione è più interessane riportare le motivazioni di alcune bocciature:
Valori: non accetta responsabilità per il suo comportamento.
Compiti: povero di capacità analitiche, non mostra iniziative. Non prende le personali responsabilità seriamente. Scarsa capacità decisionale. Non segue i consigli.
Relazioni: molto raramente mostra compassione e comprensione in modo non giudicante. Non ascolta gli altri e non cerca di capire i loro sentimenti.
In Irlanda quindi, un aspirante poliziotto, viene giudicato per la sua capacità di comprensione e compassione.
E da noi? I sistemi per accedere al corpo di qualsiasi ordine sono mutati negli anni: in linea di massima dopo un anno di servizio militare (che prima era obbligatorio, ora volontario) fai domanda, vieni sottoposto ad un test (una sorta di concorso) e se accettato entri nella scuola dell’arma alla quale hai fatto richiesta (corso semestrale). Durante questo periodo, come per il servizio militare, vieni addestrato ad obbedire agli ordini dei superiori e a pensare lo stretto necessario per respirare e, possibilmente, a non prendere nessun tipo di iniziativa.
Anche qui ci si potrebbe nascondere dietro la presunta vena pacifica del cittadino irlandese, o alla politica pacifista dei suoi governi, ma su questo punto ci terrei a ricordare la Guerra d’Indipendenza di inizio 1900 e i continui attentati e stragi perpetrati dall’IRA durante il secolo scorso.
La verità è che il comportamento degli uomini, di qualsiasi uomo, è conseguenza della cultura madre nella quale è cresciuto, quindi dello stato, delle suo leggi, del modo in cui questo si rapporta ai problemi e alla loro risoluzione, e questa cultura è determinata da fattori infiniti non quantificabili, dovuti alla religione, al genere, all’educazione, alle aspettative, ecc, ecc…
Perciò, nascondersi dietro al paravento della propria cultura per difendere l’indifendibile è, a questo punto della nostra storia, a dir poco aberrante. Per ottenere miglioramenti e progresso è necessario iniziare a cambiare ogni singolo tassello della nostra struttura sociale e, se non lo si fa, è solo per difendere a spada tratta una cultura che si riconosce come la causa stessa dei problemi che attraverso essa si vorrebbe risolvere. Non è un po' strano?
giovedì 30 aprile 2009
Prevenzione o Repressione?
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